Blanca non avrebbe avuto lo stesso successo senza Linneo, il cane guida amatissimo dagli spettatori che, però, non si chiama affatto Linneo.
Quando un non vedete si affida a un cane guida, stabilisce con lui un legame fortissimo, praticamente indissolubile: umano e animale imparano a comunicare, a capirsi al volo e a prendersi curo l’uno dell’altro.
Proprio per questo motivo era essenziale introdurre nella fiction Blanca un cane guida assolutamente speciale, che riuscisse a creare questo legame particolare con Maria Chiara Giannetta (l’attrice che interpreta Blanca) ma che soprattutto riuscisse a reggere i ritmi e lo stress legati al lavoro sul set.
Per questi ruoli in genere si scelgono cani attentamente addestrati, che hanno cioè superato diversi test comportamentali. È assolutamente fondamentale, infatti, scegliere cani che siano ben disposti al lavoro con l’uomo, che siano obbedienti e di buon carattere. A superare questi complessi test e a diventare cani guida per non vedenti sono in genere labrador, golden retrivier, pastori tedeschi e, appunto, bulldog americani.
La strana storia del cane Linneo
Linneo della fiction Blanca è un bulldog americano di 3 anni che si chiama Fiona. Come si può facilmente intuire, il cane scelto per recitare nella fiction è una femmina. È stata l’unica ad aver conquistato attori e regista perché possedeva tutte le caratteristiche necessarie a sostenere quel ruolo per molte puntate.
Nei romanzi a cui la serie Blanca è stata ispirata, però, la protagonista ha un cane maschio che si chiama, appunto, con un nome da maschio, Linneo. Dopo aver selezionato Fiona, gli sceneggiatori di Blanca avevano soltanto due scelte: o cambiare il nome del compagno di Blanca, trasformandolo in un nome femminile, oppure mantenere il nome maschile anche se il cane è chiaramente una femmina. Inutile dire che gli sceneggiatori hanno optato per quest’ultima possibilità e hanno anche scherzato molto sulla cosa. “Ha le tette” dice infatti Blanca in una delle prime puntate, sottolineando chiaramente il fatto che si tratti di un cane femmina con un nome da maschio.
Ad imporre questa scelta, nella finzione, è Leone Fernando, il padre di Blanca: fu lui a portare Linneo a casa per la prima volta e a presentarlo a sua figlia dodicenne, che aveva perduto la vista pochissimo prima a causa di un grave incidente. Fu sempre lui a “fissarsi” che il cane dovesse avere quel nome, a dispetto del fatto che non fosse un nome da femmina, e così il nome Linneo è rimasto.