Britney Spears si racconta nel suo libro “The Woman in Me”. Tutti i retroscena della sua vita tra l’aborto, i flirt, l’alcol e le droghe.
Chi di noi non conosce il fenomeno Britney? Quel fenomeno che si riferisce all’impatto culturale, alla fama, alle controversie e alle vicissitudini personali della pop star americana, Britney Spears. E’ stato senza dubbio un aspetto significativo della cultura pop e dell’attenzione mediatica dagli anni ’90 fino ai giorni nostri. La sua carriera musicale è iniziata alla fine degli anni ’90. Britney pubblicò il suo singolo di debutto, “Baby One More Time” nel 1998 e divenne un successo immediato, raggiungendo la vetta delle classifiche. L’album omonimo ha venduto milioni di copie ed è diventato uno dei dischi più venduti di tutti i tempi.
Britney Spears infatti non è stata solo una cantante, ballerina, attrice e personaggio pubblico. È diventata una delle pop star più iconiche e controverse della sua generazione. Oltre alla sua carriera musicale e cinematografica, Britney Spears è diventata una figura polarizzante e discussa nella cultura pop, affrontando sfide personali e legali che hanno attirato l’attenzione di tutto il mondo. Infatti nel 2007, ha affrontato problemi di salute mentale e ha subito un periodo di instabilità. Questi problemi hanno portato a una custodia legale e al coinvolgimento dei genitori nella sua vita personale e finanziaria. Ed oggi una Britney senza veli ha deciso di raccontarsi.
Oggi Britney è tornata in veste di scrittrice. Il suo libro si chiama “The Woman in Me” ed è disponibile nelle librerie. Sicuramente i fan della popstar non vedono l’ora di leggere il libro atteso da mesi. All’interno dell’opera però non vengono raccontati solo i successi della cantante, ma anche il conflitto col padre ed altri retroscena tra amori, flirt, l’aborto, l’abuso di droghe e alcool.
Nel libro si legge che a 15 anni, Britney firma un contratto con la Jive Records, e inizia l’ascesa. Di quel periodo ricorda le contraddizioni: deve essere star sexy e desiderosa di piacere sul palco e ragazzina pudica nel privato. È sua, scrive, l’idea di indossare «abiti da scolaretta» nel video di Baby One More Time: “Se volevano che mi trasformassi in qualcosa con cui la gente potesse identificarsi, a me stava bene”. Ma i media le diventano ostili. Dopo una premiazione a MTV, viene fatta sedere davanti a un monitor che inquadra alcuni sconosciuti che la criticano per l’abito succinto: “Secondo loro stavo corrompendo i giovani americani“. Adesso l’ossessione della cultura pop per le ragazze giovani e famose, e per i loro corpi spogliati, sfruttati e giudicati, la chiamiamo tossica e misogina ma negli anni 2000 era normalità, spiega.
Britney racconta poi di aver abortito a 19 anni quando stava con Justin Timberlake. Britney spiega: “Se fosse dipeso da me, non lo avrei mai fatto. Ma per Justin diventare padre era fuori discussione“. Poi il racconto si fa duro: “Presi delle pillole, fui colta da crampi lancinanti, andai in bagno e rimasi sul pavimento a urlare e singhiozzare per ore, chiedendomi se stessi per morire. Non mi portarono in ospedale. Justin prese la chitarra e si mise vicino a me.”
E ancora si legge dell’uso di alcool e droghe. “Mi piace bere“, scrive, “ma ho sempre saputo regolarmi“. Britney in “The Woman in Me” giura di non avere mai avuto dipendenze da droghe pesanti, né problemi di alcolismo. L’unica droga è stata l’Adderall, un’anfetamina per chi soffre di deficit di attenzione: «Mi faceva sballare, ma soprattutto mi faceva sentire meno depressa». Esiste però una doppia morale: i suoi colleghi uomini potevano drogarsi e tradire, lei diventava subito una «cattiva madre» o una «fuori controllo».
Poi si passa al 2008, quando il padre di Britney, Jamie, prende il controllo delle sue finanze. “Adesso Britney Spears sono io”, recita uno dei passaggi più intensi del libro. Nel frattempo torna a esibirsi: in un solo anno il Circus Tour incassa 130 milioni di dollari, ma la cantante può disporre solo di 2 mila dollari a settimana. Durante i 13 anni di controllo assoluto, Britney viene ricoverata in clinica più volte. Non può decidere cosa mangiare, non può viaggiare, né rimuovere la spirale. Perché non si ribella? “Avevo ceduto la mia libertà in cambio di poter dormire con i miei figli”, scrive.
L’ultimo ricovero, in un centro di Beverly Hills da 60 mila dollari al mese, è il più pesante. Le tolgono il Prozac che prendeva da anni e lo sostituiscono con il litio. “Un farmaco pericoloso di cui non avevo bisogno”, si legge. “Il mio cervello non funzionava più come prima, sapevo bene che il litio era stato somministrato a mia nonna Jean, non molto prima che si suicidasse”. Britney è convinta che la sua famiglia voglia ucciderla. “Mi sono comportata in modo selvaggio, ma non ho mai fatto nulla che giustificasse l’essere trattata come una criminale”.
Negli ultimi anni Britney ha trovato il suo ritorno alla libertà e sta cercando di vivere una vita più autentica e indipendente. Forse proprio per questo ora fa questo regalo ai suoi fan, facendosi conoscere in modo profondo e completo con tutti gli alti e bassi che ha affrontato e rimanendo comunque un’icona per tanti (ormai non più) giovani.
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