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Curiosità

Conosci questa famosa frase di Alda Merini sulle mosche? Usala per zittire chi ti vuol male: vinci a spada tratta

Published by
Caterina Fagiani

Se qualcuno ti infastidisce e non sai come reagire, rispondi con questa frase di Alda Merini.

A tutti è capitato di conoscere delle persone a cui non siamo molto simpatici, e la cosa è reciproca. Quando ci vedono, invece di evitarci, iniziano ad infastidirci. Non essendo, noi, persone aggressive, maleducate o semplicemente che non rispondono, non sappiamo mai come reagire e a quanto pare la nostra indifferenza non basta.

“Alda Merini” opera esposta da Nancy Brilli alla Sala Giubileo del Vittoriano a Roma – Credits: Ansa – cinelol.it

Come poter trovare una soluzione a questa situazione? Ce la fornisce la famosissima frase di Alda Merini sulle mosche. State tranquilli che, con questa citazione, porrete fine all’irruenza, la prepotenza e la violenza verbale di certi individui, i quali, a quanto pare, non hanno molto da fare nella loro vita.

Alda Merini e la sua frase che aiuterà la tua situazione

La celebre citazione della poetessa che ti aiuterà a rispondere alle provocazioni e a scacciare via dalla tua vita le persone che non ti lasciano in pace e sono sempre pronte a disturbarti è:

“Le mosche non si riposano mai perché la mer*a è veramente tanta”

Oltre a questo, Alda Merini ha prodotto tantissimi aforismi, specialmente negli anni Novanta, ma la sua attività principale era la scrittura e la poesia, infatti la poetessa rimarrà sempre nella storia della letteratura italiana.

Una piccola ape furibonda, poesia di Alda Merini sulla sua vita – Credits: ANSA – cinelol.it

Nasce a Milano il 21 marzo, come recita l’omonima poesia “Sono nata il 21 a primavera”, stesso giorno della Giornata Mondiale della Poesia. La sua vita non è stata per niente facile, ha dovuto affrontare molte situazioni scomode già in tenera età, fino alla morte.

Fin da bambina mostrò i primi segni di una forte sensibilità, ebbe anche una crisi mistica, mentre era alle elementari, arrivando a pensare di diventare suora. Bravissima a scuola e non capita dalla madre, la quale le vietò la letteratura perché voleva che la figlia fosse solo una brava moglie e madre, mentre suo padre la supportò e la incitò a continuare gli studi.

Dopo aver frequentato l’Istituto Professionale Femminile per imparare un mestiere, fu costretta a trasferirsi a Vercelli, a causa di un bombardamento che distrusse la sua casa.

Veleggio come un’ombra, poesia di Alda Merini – Credits: ANSA – cinelol.it

Una volta tornata a Milano si dedicò esclusivamente alla scrittura, quindi creò le sue prime opere raggiungendo il successo a 15 anni, grazie ai suoi versi intensi. Nonostante la sua bravura e un barlume di luce nella sua vita, nel 1947 fu internata, per un mese, con una diagnosi di bipolarismo.

Qualche anno dopo morirono i genitori e la vicenda le provocò una grave depressione che si ripresentò nel corso degli anni con numerosi episodi, ai quali si aggiunsero momenti di maniacalità. Fu ricoverata di nuovo dal 1964 al 1972 all’Istituto Paolo Pini di Milano e una terza volta nel 1986, a Taranto, dove scrisse L’altra verità. Diario di una diversa, nel quale la poetessa narra in una prosa evocativa, alternata da versi poetici, i terribili anni passati in manicomio.

Alda Merini riuscì a trasformare il suo dolore in ispirazione per la sua produzione letteraria, raggiungendo l’apice con La Terra Santa, che racconta la sua esperienza in ospedale psichiatrico e le fece vincere il Premio Librex Montale nel 1993.

Morì all’età di 78 anni, a Milano, a causa di un tumore alle ossa.

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