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‘Il mago di Oz’ tra orge e anfetamine, le verità scabrose sul film cult: una serie infinita di retroscena inquietanti

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Caterina Fagiani

I retroscena del film del 1939 di Victor Fleming, il Mago di Oz: leggende o verità?

È stato uno di quei film che hanno fatto la storia del cinema, grazie alla sua innovazione, alla sua particolarità, la sua originalità e anche gli effetti speciali, soprattutto per quegli anni, 1939. Con una trama magica e fantasiosa ha regalato a bambini e adulti una fuga dalla quotidianità e dalla monotonia. La pellicola è un adattamento del libro del 1900 di L. Frank Baum, il primo di quattordici volumi sul mondo di Oz, tradotto in più di 50 lingue e raggiungendo un successo strabiliante, eppure ci sono dei retroscena e delle controversie inquietanti: quali?

Una scena de Il mago di Oz (1939) – Credits: ANSA – cinelol.it

Lo scrittore del romanzo, Lyman Frank Baum è già stato sotto i riflettori per delle sue idee ed azioni, come la partecipazione al massacro di Wounded Knee, ovvero uno sterminio di nativi americani Lakota, compiuto dall’esercito statunitense, durante i conflitti sioux nella valle del torrente Wounded Knee.

L. Frank Baum scrisse un articolo, nel suo settimanale, per raccontare l’accaduto con parole pesanti, molto razziste e offensive verso le vittime. Affermava che i nativi americani sarebbero dovuti essere spazzati via ed effettivamente è quello che è successo.
In un certo modo il pensiero ideologico del romanziere ha influito nella costruzione del libro per bambini Il Mago di Oz, scopriamo in che modo.

Mago di Oz: controversie e retroscena inquietanti

Il razzismo di Baum nei confronti delle popolazioni considerate inferiori vive ancora nel romanzo, la scena dove gli afroamericani vengono trasformati in scimmie alate fa proprio riferimento al suo orientamento politico.

Nel libro sono presenti momenti di violenza, che nell’opera cinematografica sono stati evitati accuratamente, per non suscitare reazioni negative del pubblico. Il romanzo racconta della morte dei servi della Strega dell’Ovest, che nel film vengono solo mandati via, e il desiderio di Dorothy di vedere la Strega morta, nella pellicola questa scena viene trasformata in Dorothy (Judy Garland) che desidera la scopa della defunta.

Judy Garland in una scena del film Il mago di Oz mentre canta la canzone Ding dong! La strega è morta – Credits: ANSA – cinelol.it

Nonostante i tagli e le censure fatti al libro per l’adattamento all’opera cinematografica, alcune scene con significati nascosti o scandali avvenuti durante le riprese del film purtroppo sono rimasti. La pellicola è stata girata nel 1939 eppure di questi retroscena preoccupanti ancora se ne parla.

Judy Garland e la dipendenza d’anfetamine

Judy Garland, durante le riprese del film dove interpretata Dorothy Gale, aveva 17 anni ma nella storia, la protagonista ne aveva solamente 12. Per rendere il tutto più reale la Garland è stata obbligata ad indossare un corsetto strettissimo, in modo da coprire le forme del suo fisico. Inoltre, le famose scarpette, scelte appositamente per lei, erano troppo piccole, strette e scomode, infatti durante le scene in cui i piedi non erano inquadrati, Judy Garland girava con delle pantofole. Queste problematiche, seppur gravi, non sono le peggiori, si dice che la MGM avesse forzato la ragazza a fare uso di anfetamine per non prendere peso: una dipendenza che si porterà dietro tutta la vita, morendo prematuramente a 47 anni a causa di un’overdose da barbiturici.

Le scarpe ‘Ruby Slippers,’ che Judy Garland indossava nel ruolo di Dorothy Gale – Credits: ANSA/EPA/JIM LO SCALZO – cinelol.it

Nel libro “Judy and I: My life with Judy Garland” del suo terzo marito, si legge che durante le riprese l’attrice avrebbe subito delle molestie da parte dei mastichini (gli abitanti del mondo di Oz). La stessa Judy Garland, durante un’intervista del 1967, raccontò, visibilmente turbata, che gli attori, ogni sera, facevano festini a base di alcol e mentre lavoravano erano quasi sempre alticci, lo confermò anche il produttore LeRoy, aggiungendo che si facevano orge in hotel.

I Mastichini del mondo di Oz

A proposito dei mastichini ubriachi e sessualmente attivi, ci sono molte polemiche che ruotano attorno al film. La leggenda racconta che uno degli attori si impiccò a causa di un licenziamento, durante la scena in cui Dorothy, lo Spaventapasseri e l’Uomo di Latta si dirigono verso il percorso di mattoni gialli. Si vedrebbe la figura di un uomo impiccato sullo sfondo, tra gli alberi. La MGM negò la vicenda, che circolò comunque per molti anni.
Inoltre, la restaurazione del film conferma che la figura in questione non è un uomo impiccato ma un uccello che sbatte le ali. Realtà o menzogna?

Judy Garland in una scena del film Il mago di Oz – Credits: ANSA – cinelol.it

In qualsiasi caso, l’uomo che si suicidò lo fece sia per il licenziamento e sia per protestare contro le condizioni lavorative estreme. Gli orari partivano dalle 5 del mattino alle 8 di sera con pause limitatissime e il datore di lavoro poteva decidere di licenziare senza dare spiegazioni.

Make-up e costumi pericolosi

In tutto questo disastro anche il backstage del film ha avuto problemi con costumi e make-up. La prima vittima fu Buddy Ebsen, l’originale Uomo di Latta, costretto ad abbandonare il set per un’intossicazione da polvere di alluminio, utilizzata nel suo trucco. Fu poi sostituito da Jack Haley, con cui cambiarono make-up, utilizzando una crema spalmabile, sempre contenente alluminio, ma in quantità minore.

Una scena del film Il Mago di Oz – Credits: ANSA – cinelol.it

Se il make-up fu pericoloso, il costume del Leone Codardo non è da meno. Un vero abito di pelle e criniera di leone indossato da Bert Lahr. L’attore sudava continuamente per il calore e anche per il peso, 45Kg. Tutto lo staff e il cast era inorridito dall’odore proveniente da quell’abito, così due assistenti dovettero lavarlo una volta al giorno. Un altro problema del costume da Leone non permetteva a Bert di mangiare, perciò si arrangiò con solo dei cibi liquidi.

Margaret Hamilton, la Strega dell’ovest, invece, rimase ustionata a causa di una macchina del fumo che si ruppe proprio al suo fianco. Ad aggravare il tutto, anche il suo make-up era a base di ossido di rame e le provocò danni alla pelle.

Il Mago di Oz e i Pink Floyd

Cosa c’entrano i Pink Floyd con Il Mago di Oz?
I rumori della gente mormorano che se si ascolta l’album dei Pink Floyd The Dark Side of the Moon mentre si guarda il Mago di Oz, si può notare una strana sincronia tra immagini e suono.

Copertina dell’album The Dark Side of the Moon dei Pink Floyd – Credits: ANSA/Pink Floyd – cinelol.it

L’effetto prese il nome di “The Dark Side of the Rainbow”, nato nel 1995 quando Charles Savage, giornalista, suggerì di guardare il film contemporaneamente all’ascolto dell’album. Secondo la sua teoria bisognerebbe far partire la musica quando il leone della MGM ruggisce per la prima volta.

Tuttavia i membri dei Pink Floyd hanno smentito questa storia e negato qualsiasi collegamento con il film, considerando Charles Savage come una persona che non sa come impiegare il suo tempo e definendo i mormorii “str…ate”!

 

 

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