Nelle sale col suo nuovo film intitolato Priscilla proprio questo mese, il suo è un ritorno attesissimo. Di chi si tratta?
I fan della regista aspettavano con ansia la sua ultima fatica che ha visto la luce il 3 novembre in Italia. Le tre uscite precedenti hanno fatto registrare un calo rispetto ai capolavori che ha sfornato a inizio carriera. Ora la speranza è che possa tornare a sorprendere per bravura e originalità.
Figlia di uno dei colossi di Hollywood, è riuscita a farsi largo attraverso una folta schiera di avversari e avversarie, regalando al cinema alcune delle pellicole più memorabili dei primi anni 2000. A tre anni dalla sua ultima apparizione, era il 2020, adesso torna con il suo Priscilla, dedicato alla donna che Elvis ha sposato nel1967.
Quella volta che Sofia Coppola stava per mollare tutto: “Ero sfinita”
E pensare che Sofia Coppola aveva deciso di gettare la spugna, proprio nel suo momento d’oro quando nelle sale usciva Marie Antoinette con Kirsten Dust e Jason Scwartzman. Era il 2006 e la regista aveva già portato al cinema due capolavori come Il giardino delle vergini suicide, l’opera prima del 1999, e soprattutto Lost in Translation del 2003.
A un certo punto però gli stimoli sono venuti meno, come ha raccontato in una lunga intervista rilasciata a Rolling Stone per presentare la sua ultima pellicola Priscilla – in Italia arriverà il prossimo 3 novembre. “Mi sono divertita molto con Kirsten e Jason, abbiamo girato tra Versailles e a Parigi in quel periodo”, ha esordito la 52enne.
Poi ha aggiunto: “È stato molto complicato gestire così tante persone. Ero sfinita e mi dicevo: ‘Non voglio più fare questo lavoro’. Solo successivamente ho incontrato Harris Savides e abbiamo parlato di cinema minimalista, una discussione che mi ha ispirato per il mio film successivo Somewhere”.
Fu la chiave giusta per far partire gli ingranaggi: “Due persone in una stanza, il focus sulle azioni e sulla storia; nient’altro. Marie Anoinette invece è stato abbastanza complicato da girare, non ero più interessata a quel tipo di regia. Nel frattempo era nata mia figlia e tutto ciò che volevo era prendermi una pausa. Tuttavia, c’è una sorta di dipendenza dal set: ti viene un’idea e ti tormenta finché non provi a tramutarla in un film”.