La musica previene la demenza, lo dicono gli esperti

La musica previene la demenza: sembra incredibile, ma è la pura e semplice realtà. Lo dicono gli esperti.

La musica per moltissime persone è una vera e propria passione: ci trasporta in altri luoghi, ci fa vivere più vite, risveglia sensazioni ed emozioni sconosciute. Ci aiuta a definire i momenti belli, ma anche a superare quelli brutti, evidenzia i ricordi, ci aiuta a farli riaffiorare spesso.

Declino cognitivo musica rapporto
Declino cognitivo cervello-CineLol

Eppure, a quanto pare, la musica non è solo questo: può modificare la struttura del nostro cervello, riuscendo addirittura a prevenire la demenza senile. Se non ci credete continuate a leggere: vi stiamo per “raccontare” di uno studio che si è occupato proprio di questo.

L’importanza della musica per il cervello

Uno studio pubblicato di recente su NeuroImage: Reports si è occupato proprio di studiare il rapporto tra musica e declino cerebrale. Per arrivare a comprendere quanto stretta fosse i ricercatori hanno preso in esame 132 pensionati sani di età compresa tra 62 e 78 anni, tutti con una caratteristica comune: non avevano mai preso lezioni di musica per più di sei mesi nella loro vita.

I partecipanti sono stati divisi in due gruppi: uno ha preso lezioni di piano, l’altro ha seguito lezioni di ascolto attivo. I risultati sono stati sorprendenti: dopo sei mesi, sono stati riscontrati effetti positivi comuni per entrambi gli interventi. Ecco cos’è accaduto.

Riesce a prevenire il declino cognitivo

Innanzitutto, come ha spiegato Damien Marie, il primo autore dello studio: “Volevamo persone il cui cervello non mostrasse ancora alcuna traccia di plasticità legata all’apprendimento musicale. Infatti, anche una breve esperienza di apprendimento nel corso della vita può lasciare impronte nel cervello, che avrebbero pregiudicato i nostri risultati”.
Declino cognitivo musica rapporto
Musica-CineLol
In pratica, tramite imaging neurologico, gli studiosi hanno osservato un aumento della materia grigia in quattro regioni del cervello, tutte coinvolte nel funzionamento cognitivo di alto livello. A quel punto gli esperti hanno scoperto che c’è stata una differenza tra i due gruppi: nelle persone che hanno preso lezioni di piano il suo volume è rimasto stabile nella corteccia uditiva primaria destra, una regione chiave per l’elaborazione del suono, mentre la stessa è diminuita nel gruppo di ascolto attivo.
Come ha dichiarato sempre lo stesso Marie: “In tutti i partecipanti era presente un pattern cerebrale globale di atrofia. Pertanto, non possiamo concludere che gli interventi musicali ringiovaniscano il cervello. Prevengono l’invecchiamento solo in regioni specifiche”.
In sostanza possiamo affermare che la pratica e l’ascolto attivo della musica potrebbero prevenire il declino cerebrale causato dall’avanzare dell’età.
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