Zerocalcare torna su Netflix dopo Strappare lungo i bordi: alcune informazioni per “capire meglio” Questo mondo non mi renderà cattivo.
Dopo il successo di Strappare lungo i bordi, il fumettista romano Zerocalcare è tornato su Netflix con una nuova serie animata, Questo mondo non mi renderà cattivo. Come spiegato più volte anche da Michele Reich (nome di battesimo dell’artista) non si tratta di un sequel, bensì di una nuova storia che, per forza di cose, ripresenterà comunque personaggi già conosciuti.
Immancabile la presenza dell’armadillo, doppiato da Valerio Mastandrea e coscienza del protagonista; a fare ritorno però anche Sarah e Secco, gli amici più vicino a Zero. Anche questa volta, il fumettista non manca di portare in scena (non rinunciando ad una tagliente ironia) delle tematiche profonde su cui riflettere.
Sebbene siano piovuti una serie di elogi per l’esordio animato di Zerocalcare, più di qualcuno sul web si è lamentato della forte presenza del romanesco nelle espressioni: ma davvero l’italiano del fumettista è così incomprensibile?
L’utilizzo del romanesco è uno dei tratti che sicuramente ha portato le opere di Zerocalcare ad essere apprezzatissime in ogni parte d’Italia, anche se a volte qualcuno di altre parti d’Italia potrebbe non comprendere a pieno le varie sfumature di significato di alcune espressioni.
Ad esempio, sia nelle graphic novel che negli episodi della serie non è raro ascoltare termini come “accollo/accollarsi” o “bevuti”, con usi legati al linguaggio colloquiale di Roma e dintorni. Nello specifico, il primo significa dover subire situazioni pressanti (molte volte anche comportamenti di persone) da noi non volute e che ci creano un disturbo, un fastidio più o meno forte a seconda dei casi. “Essere bevuti” invece è un’espressione non collegata al normale senso del verbo “bere”: in questo caso, viene usata quando si viene scoperti nel fare qualcosa che in realtà non si dovrebbe o non si potrebbe fare, subendone le conseguenze.
Tra gli altri modi di dire ormai resi famosi da Zerocalcare “farsela pjià a bene”, ovvero essere in uno stato di entusiasmo e felicità legato spesso ad una particolare situazione, oppure “buffi” (debiti), “sbroccare” (arrabbiarsi in maniera furente) o “fare pippa” (rimanere in silenzio davanti a qualcuno che, con le sue argomentazioni o con la sua autorità, evidenzia la sua ragione nella discussione). Anche in senso linguistico, Zerocalcare propone una varietà assoluta affascinante e coinvolgente.
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