Rebel Moon è probabilmente il titolo più atteso su Netflix insieme alla stagione finale di Stranger Things, vederlo però potrebbe costare caro.
Dopo tanti anni di promesse, Netflix nel 2023 ha messo in atto la stretta sugli abbonamenti condivisi. Adesso solo chi appartiene davvero al nucleo familiare può accedere all’account, gli altri devono decidere se aprire un proprio account o farsi inserire come esterno pagando 5 euro in più. Una decisione fortemente criticata, ma che ha permesso all’azienda di aumentare i profitti e che alla fine è stata digerita da tutti.
La speranza degli abbonati è che adesso l’azienda americana si concentri sulla produzione di serie tv e film di alta qualità che giustifichino un prezzo ormai raddoppiato rispetto all’inizio. In estate The Witcher è stato una delusione, mentre One Piece è stato un piccolo miracolo, riuscendo a risultare credibile e al tempo stesso fedele all’opera originale. Il mese scorso l’utenza è stata piacevolmente sorpresa da La mia prediletta ed ha apprezzato il finale di Sex Education.
A ottobre arriva la terza parte di Lupin – serie francese che ha convinto al debutto – Damsel con Millie Bobby Brown (Undici di Stranger Things) e la settima stagione di Elite, divenuto ormai qualcosa di diverso rispetto all’idea originale. Un po’ tutti però stanno attendendo con ansia l’uscita della quinta stagione di Stranger Things, quella della seconda stagione di Mercoledì e Squid Game e il debutto di Rebel Moon.
Su quest’ultimo progetto c’è grande hype, sia perché alla regia c’è Zack Sneyder sia perché in potenza potrebbe essere lo “Star Wars” di Netflix. L’attesa però è ancora lunga e nel frattempo l’azienda americana potrebbe annunciare una brutta sorpresa per tutti gli abbonati.
Netflix aumenterà ancora il costo dell’abbonamento?
L’indiscrezione arriva dal Wall Street Journal ed è legata a quanto sta succedendo in questi mesi a Hollywood. Quest’estate gli sceneggiatori hanno scioperato a lungo per ottenere condizioni contrattuali migliori, ma soprattutto rassicurazioni riguardo il mantenimento dei propri posti di lavoro. Lo sviluppo delle IA, infatti, mette a grosso rischio l’esistenza di questa figura professionale. In seguito alla firma del contratto collettivo gli sceneggiatori sono tornati a lavoro, ma in queste ore a scioperare sono gli attori, più o meno per le medesime ragioni.
Lo sciopero si concluderà prevedibilmente con un accordo che consenta condizioni contrattuali migliori e rassicurazioni sul futuro professionale. Maggiori spese per gli staff comportano maggiori costi di gestione e dunque profitti più bassi per i produttori. Tra i produttori più attivi c’è ovviamente Netflix ed il suo profitto deriva dagli abbonamenti (adesso anche dalle pubblicità). Secondo le fonti del Wall Street Journal, alla conclusione dello sciopero l’azienda possa utilizzare come scusa i nuovi contratti per giustificare la necessità di alzare il costo degli abbonamenti.
Come sempre l’aumento partirebbe dagli USA per poi essere applicato gradualmente in tutti i Paesi in cui è incluso il servizio, Italia compresa. Attualmente si tratta di indiscrezioni e non è dunque possibile quantificare l’aumento dell’abbonamento, tuttavia quella dell’aumento graduale è tendenza consolidata dell’azienda americana. Lo spauracchio di un nuovo aumento e soprattutto l’annuncio potrebbero spingere molti a considerare seriamente l’idea di annullare la sottoscrizione, specialmente in un periodo storico già gravato dall’inflazione come quello in cui stiamo vivendo.