Riduttivo considerare “Il Piccolo Principe” solo un’opera letteraria per ragazzi. I suoi insegnamenti più importanti.
Uno dei libri più amati, ma anche uno di quelli da cui si traggono le maggiori citazioni. Questo perché “Il Piccolo Principe” sa dare degli insegnamenti che pochi altri volumi nella storia sono in grado di fornirci. Ce ne sono cinque, in particolare. Leggilo o rileggilo e mettili in pratica.
Racconto di Antoine de Saint-Exupéry, il più conosciuto della sua produzione letteraria, pubblicato il 6 aprile 1943. Uno dei libri più letti della storia, che dovete assolutamente recuperare e divorare, se non lo avete già letto.
Infatti è probabilmente riduttivo considerare “Il Piccolo Principe” solo un’opera letteraria per ragazzi, dato che il racconto affronta temi come il senso della vita e il significato dell’amore e dell’amicizia.
Straordinarie le impressioni che il protagonista trae sul mondo dei grandi: “I grandi non capiscono mai niente da soli, ed è faticoso, per i bambini, star sempre lì a dargli delle spiegazioni”. Ecco, allora, (almeno) cinque insegnamenti che questo straordinario libro ci darà.
Cinque insegnamenti de “Il Piccolo Principe”
Saremo banali, ma tra i cinque insegnamenti che ci dà “Il Piccolo Principe” non possiamo non partire da quella che è unanimemente riconosciuta e ricordata come la frase più famosa: “L’essenziale è invisibile agli occhi”. Usata, forse a volte abusata, ma quanta verità c’è in questa frase. Dovremmo ricordarcene soprattutto oggi, nella società dell’apparire che viviamo.
Come seconda frase, vi proponiamo “Tutti i grandi sono stati piccoli, ma pochi di essi se ne ricordano”. E’ un po’ il concetto del “Fanciullino” di Giovanni Pascoli. Dovremmo tutti noi ricordarci di quando eravamo bambini e quindi più puri, più sognatori, con ideali molto più saldi. La vita, purtroppo, ci cambia e spesso ci cambia in peggio.
“Se tu vieni, per esempio, tutti i pomeriggi, alle quattro, dalle tre io comincerò ad essere felice. Col passare dell’ora aumenterà la mia felicità. Quando saranno le quattro, incomincerò ad agitarmi e ad inquietarmi; scoprirò il prezzo della felicità! Ma se tu vieni non si sa quando, io non saprò mai a che ora prepararmi il cuore… Ci vogliono i riti”. Si tratta di un altro tra i passaggi più famosi de “Il Piccolo Principe. Parole che ci connettono con il mondo dell’amicizia, ma non solo. Con qualcosa di parimenti importante, cioè l’arte di saper aspettare, di non volere tutto e subito, come invece pretendiamo e come stiamo abituando a far credere ai nostri figli. Quanto sono belle, invece, le sorprese.
Infine, “Le parole sono una fonte di malintesi”. Perché è vero che le parole sono importanti, perché, come diceva Primo Levi, “sono pietre”. Ma è anche vero che tutti noi dovremmo ricordare l’importanza dei gesti. Anche dei piccoli gesti.