La traduzione del titolo di alcuni film dall’inglese all’italiano è davvero pessima. Ecco una galleria degli orrori con gli scempi maggiori
È vero che i nostri doppiatori sono i migliori al mondo. Ma in Italia c’è, forse, una tendenza troppo marcata alla traduzione, tanto delle battute, quanto dei titoli di un film. In entrambi i casi si rischia spesso di perdere il senso originario della pellicola e, in alcuni casi, di fare degli obbrobri. Alcuni titoli tradotti dall’inglese sono davvero pessimi. Ecco quali i peggiori.
In alcuni casi, la resa al botteghino sarà stata sicuramente efficace e, quindi, un’ottima scelta in termini di marketing. Ma di certo non si è fatto un buon servizio all’opera originaria. Fortunatamente, i film che vi proponiamo oggi sono davvero bellissimi e, per un paio d’ore o forse più ci scordiamo gli abomini compiuti ai loro danni.
I titoli peggio tradotti dall’inglese all’italiano
Abbiamo individuato una decina di titoli tradotti peggio dall’inglese all’italiano. E se, forse, potete immaginare il primo posto, vi sorprenderà trovare tanti film bellissimi che in lingua originale avevano un titolo altrettanto bello. Ma la traduzione… Iniziamo col mettere al decimo posto “Il lato positivo”, bellissimo film del 2012 con Bradley Cooper e Jennifer Lawrence. Ma era bellissimo anche il titolo originale: “Silver Linings Playbook” (l’orlo argenteo delle nuvole, citando una poesia di Milton). Al nono posto la commedia dolce-amara del 2006 con Vince Vaughn e Jennifer Aniston. Una pellicola sulla crisi di coppia che si intitolava, appunto “The Break-up” (ovvero “la rottura”). In italiano diventa il pessimo (ma commerciabilissimo) “Ti odio, ti lascio, ti…”. Dopo molti anni, nel 1992, Clint Eastwood tornerà al western con il crepuscolare “Gli spietati”. Ma sapete che la pellicola (in cui troviamo anche Morgan Freeman) si intitola “Unforgiven” (molto più raffinato “non perdonati”).
Di un anno prima, del 1991, è il cult “Belli e dannati”, che lanciò sulla scena Keanu Reeves e il compianto River Phoenix. Un film iconico per una intera generazione, che in lingua originale si intitola “My Own Private Idaho”. Al sesto posto nella top (o flop) ten, l’infinito (anche per lunghezza) “Il petroliere”, pellicola del 2007 con Daniel Day Lewis. Titolo non pessimo, ma sicuramente molto meno evocativo di quello originale: “There Will Be Blood”. Quinto posto per il film del 2012 con Ryan Gosling ed Eva Mendes “Come un tuono”. Molto meglio l’originale “The Place Beyond the Pines”, che si adatta molto di più a un film così intenso. Quarto posto, invece, per il meraviglioso “Le ali della libertà”, non pessimo, ma un po’ troppo soap opera, rispetto al duro “The Shawshank Redemption” (che richiama quello del romanzo di Stephen King da cui è tratto il film).
Infine, il podio: Reese Witherspoon e Joaquin Phoenix sono i protagonisti del film “Walk the Line”, che nella traduzione italiana diventa “Quando l’amore brucia l’anima”, che sembra più il titolo di una canzone d’amore della musica leggera italiana. Così come non richiama di certo la tensione di uno dei thriller migliori degli ultimi anni “L’amore bugiardo”. Il film del 2014, diretto da David Fincher, ha un titolo molto più diretto: “Gone girl”.
E, infine, “la sintesi della disgrazia, l’apice dell’apoteosi della schifezza”, come direbbe il buon Diego Abatantuono in un film della saga di Fantozzi. Continuiamo a chiederci: come può essere reso in “Se mi lasci ti cancello” lo splendido titolo “Eternal Sunshine of a Spotless Mind”, splendida pellicola del 2004 con un grande Jim Carrey?